Intercettazioni, il SI della Camera PDF Stampa E-mail

11-06-2009

Ecco cosa prevede il ddl approvato a Montecitorio che passa ora all'esame del Senato. Necessari "evidenti indizi di colpevolezza" e un reato di grave entità: limiti di tempo e spesa. La riforma scatena polemiche: legge bavaglio o giusta disciplina?

Più limiti alle intercettazioni telefoniche e subito scattano le polemiche. Con 318 sì, e 224 no (un solo astenuto) Montecitorio ha approvato il ddl sulle intercettazioni. Adesso il testo passa al Senato, dove è stato calendarizzato per la settimana prossima, in attesa del via libera definitivo."Un favore a mafiosi e assassini" sostiene senza mezzi termini l'Idv, "Con queste norme polizia e magistratura avranno le mani legate" è la dura presa di posizione dell'Anm. La maggioranza difende a spada tratta il provvedimento, votato a scrutinio segreto anche da 21 deputati dell'opposizione: "Non ci sarà più la possibilità di rovinare la vita delle persone. Il testo rappresenta un punto di equilibrio tra tutela della privacy e la riservatezza delle indagini", a sostenerlo è il ministro della giustizia Angelino Alfano. Il ddl Alfano passa alla Camera con la fiducia e si scatena la discussione tra chi la definisce una norma liberticida e chi sostiene l'esigenza di limitare il ricorso a uno strumento di indagine prezioso sì, ma anche delicato. Il testo non riporta grandi novità rispetto a quanto concordato in Commissione lo scorso gennaio. Ma il testo è destinato a generare polemiche. Tra le novità, dal punto di vista tecnico, è la previsione della facoltà, da parte dei Pm, di chiedere i tabulati telefonici. L'opposizione si appella al presidente Giorgio Napolitano. Muore la libertà d'informazione?

Le nuove intercettazioni in pillole
La limitazione delle intercettazioni, (dal punto di vista dei reati, della durata temporale e delle spese) e la restrizione del diritto di cronaca sono i punti più contestati del provvedimento.
Punto fondamentale è che il Pm potrà chiedere di intercettare solo se ci saranno 'evidenti indizi di colpevolezza' e solo se saranno 'assolutamente indispensabili'. Non per tutti i reati si potranno eseguire intercettazioni, ma solo quelli che comportano una pena oltre i 5 anni, compresi quelli contro Pubblica Amministrazione; traffico-commercio di stupefacenti e armi, diffusione materiale pedo-pornografico e diversi altri.
Si potranno usare le 'cimici' solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un'attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi. Previsti limiti di tempo: non più di 60 giorni (30 più 15 più 15). Per reati di mafia, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20. Ci sarà un tetto di spesa stabilito dal ministero della Giustizia, sentito il Csm. Il costo annuo per le intercettazioni si aggirava oltre il miliardo di euro. INTERCETTAZIONI: TUTTI I DETTAGLI

Chi pubblica intercettazioni rischia la galera
Ciò che è stato definito "un pericoloso bavaglio alla stampa" si abbatte sui giornalisti che rischiano una condanna da 6 mesi a 1 anno (convertibile in una pena pecuniaria) se pubblicano un atto soggetto a regime di secretazione. Dal punto di vista pratico il giornalista che viene a conoscenza di una intercettazione che presuppone o documenta un reato grave, non può darne notizia fino a quando l'intercettazione non viene contestata all'indagato o al suo avvocato. E in questo caso il giornalista non può riportarne il testo ma solo un riassunto.
Cambia anche la norma sulle rettifiche perché nel ddl si dice che dovranno essere pubblicate nella loro interezza, ma "senza commento". E si disciplinano anche quelle su internet.

Giusto mettere un limite alle intercettazioni? Pro e contro
Secondo l'avv. Giulia Bongiorno, responsabile Consulta Giustizia di An, il provvedimento è necessario al fine di «tutelare il segreto istruttorio e la privacy». «E' assolutamente necessario intervenire in materia rispondendo a quelle anomalie tutte italiane che vedono un terzo delle spese di giustizia del nostro paese andarsene in intercettazioni ed un uso di questo mezzo di ricerca della prova tre volte maggiore rispetto a quello della Francia» dichiara Enrico Costa, deputato PdL.
Il fronte degli oppositori non manca di far sentire la propria voce. «Un disegno che diminuisce l'efficacia delle investigazioni, cancella il dovere della cronaca, distrugge il diritto del cittadino di essere informato» scrive Giuseppe D'Avanzo su Repubblica. «Intaccare "due baluardi della democrazia come l'indipendenza della magistraura e quella dell'infornazione era quanto previsto nel piano di rinascita democratica della P2» sostiene Luigi De Magistris; mentre il blogger di VespaioUmano si chiede «Sembra che essere intercettati sia un problema vitale. Ma vitale per chi? Le intercettazioni a chi fanno paura? Al popolo no di sicuro».