IL SOLE 24 ORE - 10 Maggio 2010
Centoventimila telefoni sotto controllo, oltre 11mila intercettazioni ambientali. In totale, nel 2009, le procure hanno spiato oltre 130mila «bersagli». Termine che, tradotto dal gergo degli inquirenti, è (quasi) sinonimo di «indagati» sottoposti a intercettazione. Il "quasi" è d'obbligo perché ciascun indagato potrebbe disporre di più di un telefonino: a conti fatti, il numero di individui dietro le utenze telefoniche controllate dalle procure è quindi più basso, verosimilmente intorno a 80mila, se si stimano tre cellulari ogni due persone.
Mentre il Senato prosegue nell'esame del Ddl sulle intercettazioni, il ministero della Giustizia ha messo insieme i numeri forniti dalle procure. Il risultato è che dalle 70mila operazioni del 2003 si è passati alle oltre 132mila del 2009, con una spesa totale in costante crescita che ha superato, l'anno scorso, i 270 milioni di euro. Ma le cose stanno cambiando. Ad esempio, scendono i costi delle singole operazioni (siamo a una media poco superiore ai 1.500 euro a bersaglio contro gli oltre 3mila del 2003), quale frutto della concomitanza di due fattori. Da una parte, la maggiore attenzione posta dalle procure nella gestione delle risorse e, dall'altra, le misure adottate dal ministero della giustizia a partire dall'anno scorso. Ed è questo l'aspetto che mette d'accordo tutti, anche chi si divide sulle misure contenute nel disegno di legge all'esame della commissione giustizia del Senato: la necessità di contemperare le esigenze, apparentemente contrapposte, dell'amministrazione di contenere i costi e delle procure di sfruttare, ai fini delle indagini, le potenzialità delle intercettazioni. La prima mossa di Angelino Alfano è stata quella di ottenere, nel bilancio del ministero della Giustizia, una voce a sé per le intercettazioni con una dotazione, per il 2010, di circa 180 milioni di euro (che incidono per il 2,4% sul budget complessivo del dicastero). Finora, poi, i trasferimenti delle risorse avvenivano in un'unica tranche a fine periodo: da quest'anno è invece prevista l'erogazione di tre anticipi quadrimestrali. Il primo dei quali ha già rimpinguato le casse degli uffici giudiziari con 65 milioni di euro, un terzo dello stanziamento totale per il 2010 (per il dettaglio delle singole attribuzioni si veda la tabella a lato). Secondo i tecnici del ministero è una novità che dà efficienza al sistema e favorisce il lavoro delle procure che così non rimangono a corto di risorse. Com'è invece accaduto nel 2008, quando le imprese che noleggiano le apparecchiature per le intercettazioni hanno minacciato il blocco delle forniture perché gli uffici giudiziari non riuscivano a saldare i debiti. La vicenda fu allora risolta con uno stanziamento straordinario di 100 milioni di euro. Accanto a queste misure strutturali, il ministero ha aggiunto altri tasselli. Ad esempio, la cancellazione – prevista nella Finanziaria 2010 – degli oneri a favore delle compagnie telefoniche per la fornitura dei tabulati telefonici. Una voce importante del consuntivo che nel 2009 è arrivata a 13 milioni di euro. Ma non solo. C'è da considerare anche lo sconto del 10% che alcune delle aziende di noleggio delle apparecchiature hanno accordato al momento del saldo del debito degli anni pregressi. Debito che in parte rimane e che, con ogni probabilità, la cifra stanziata in finanziaria per il 2010 non riuscirà a coprire. I 180 milioni messi sul tappeto per garantire il lavoro ordinario sono comunque il frutto di una stima prudenziale ed eventuali ritocchi non possono essere esclusi. D'altra parte, per la loro stessa natura – strumento a disposizione delle procure nell'ambito dell'obbligatorietà dell'azione penale – le intercettazioni non possono essere "budgettizzate" perché è impossibile, a inizio anno, prevederne la copertura necessaria.
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